1818-Alexabder-Pawlowiffh-di-Russia-dato-daLMarchese-Paolucci-di-Modena-generale-al-servizio-dello-Zar-a-.Riga-22-Maggio-

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Art.Nr.2030

Generale (Modena 1779 – Nizza Marittima 1849). Prestò servizio negli eserciti piemontese, austriaco e russo; alle dipendenze dello zar fece le campagne contro i Turchi e gli Svedesi; capo di stato maggiore dell’esercito di Georgia (1809-10), sconfisse i Turchi e i Persiani. Tenente generale, poi (1811) governatore e comandante in capo dell’esercito di Georgia, e (1812) aiutante di campo gen. dell’imperatore. Tornato (1830) in Piemonte col grado di generale d’armata, riordinò l’esercito aumentandone la cavalleria; collare della Ss. Annunziata (1835), tre anni dopo fu nominato ministro di Stato.

Nacque da Giuseppe, della nobile famiglia Paulucci (o Paolucci), originaria di Forlì, trasferitasi a Modena nel 1753 e feudataria del feudo di Vignola, Cividale e Roncole dal 1768. La madre, Claudia Scutellari era di famiglia nobile di Parma e legata alla corte di Spagna. Filippo fu il quinto degli otto figli della coppia, alla morte del padre, nel 1785, fu ammesso fra i paggi del re di Sardegna, posizione che gli garantiva l’accesso alla carriera militare. Dato che nel 1792 il Regno di Sardegna entrò in guerra con la Francia, nel 1794 appena nominato sottotenente del 2º battaglione delle Guardie, fu inviato al fronte, e il 27 aprile fu catturato in combattimento, venendo liberato il 7 maggio successivo in seguito ad uno scambio di prigionieri[4]. Continuò la campagna contro i francesi, finché non venne catturato a Mondovì, quando la città cadde in mani francesi, ma fu liberato dopo soli sei giorni, in seguito all’armistizio di Cherasco. Dopo l’occupazione della cittadella di Torino da parte dei francesi fu condannato a tre settimane di arresti per aver sfidato a duello un ufficiale francese, per difendere il buon nome del Piemonte, in seguito a questo il re lo promosse capitano e lo dimise d’autorità il 19 novembre 1796, concedendogli però la croce di cavaliere dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Successivamente, nel 1797 compare nell’elenco degli “uffiziali di stato maggiore ed aiutanti di campo” dell’esercito cisalpino, probabilmente con l’incarico di aiutante di campo del generale Giuseppe Lahoz Ortiz In seguito, nel 1799, a Mantova passava al servizio dell’Austria essendo in servizio a Passavia dove rimase fino al passaggio della città sotto il Regno di Baviera (1803). Tornato a Vienna, nel 1804 sposò Wilhelmina Franziska von Koskull, di famiglia nobile della Curlandia Non ebbe parte attiva nella campagna del 1805 contro Napoleone Quando fu raggiunto in Dalmazia dalla divisione francese che era stata inviata prendere possesso delle piazzeforti in tale regione, passata al Regno Italico in seguito agli accordi di pace franco-austriaci, chiese di essere arruolato nell’esercito del regno stesso (in quanto nato nei territori italiani) con il grado che aveva nell’esercito austriaco e fu autorizzato dal viceré Eugenio a mantenere il proprio grado (maggiore aggregato allo Stato Maggiore della Divisione Molitor)[10]. Dopo aver combattuto in Dalmazia per l’occupazione di Ragusa e di Cattaro Paulucci si congedò e nell’ottobre 1806 passò alla Russia, arruolato nell’esercito dello zar

Nell’esercito Russo

Filippo Paolucci nell’esercito russo in un ritratto d’inizio Ottocento

Nel 1807 fu nominato polkovnik ed inviato all’Armata russa del Danubio, con l’incarico di capo di Stato Maggiore Rimase nei balcani per tutto il 1807 contattando i capi serbi per cercare un appoggio contro l’esercito francese, finché il 16 luglio non seppe che ormai era certo un trattato di pace fra lo zar e Napoleone (in realtà già firmato a Tilsit il 7 luglio)

Rientrato in Curlandia per riunirsi alla moglie, il 25 febbraio 1808 fu insignito dallo zar della Croce di Sant’Anna di 3ª classe. Nel corso della guerra di Finlandia fu incaricato dall’Imperatorskaja Glavnaja Kvartira (Императораская Главная Квартира – Quartier Generale Imperiale) di effettuare una ricognizione delle posizioni del generale Buxhoeveden che era stato bloccato sulle coste del golfo di Botnia da forze svedesi appoggiate da irregolari finlandesi[15]. Nel suo rapporto Paulucci mise in evidenza gli errori di Buxhoeveden che, a suo parere, avevano favorito l’insorgenza e la guerra di popolo in Finlandia, rimproverando al generale un’eccessiva “douceur” e sostenendo che, per riportare l’ordine, era richiesto un “giusto rigore” verso la popolazione finlandese Al rientro dalla missione Paulucci fu assegnato alla 6ª Divisione, di stanza a Vyborg (Viipuri), comandata dal generale Barclay de Tolly con l’incarico di capo di stato maggiore della divisione, con Rodolphe de Maistre come ufficiale aggiunto. Dato che la situazione dei russi in Finlandia nel corso dell’estate non ebbe miglioramenti, Paulucci il 5 agosto fu nominato maggior generale ed inviato nuovamente ad ispezionare la situazione di Buxhoeveden. Paulucci, avendo constatato che le divisioni al comando di Buxhoeveden non erano più operative sia per mancanza di personale sia per fame e malattie, propose di sospendere ogni operazione effettiva e di attendere l’inverno che, bloccando la flotta svedese, avrebbe permesso ai russi di operare più liberamente. Il piano fu studiato a San Pietroburgo dallo zar e dai suoi consiglieri, fra cui Paulucci e Barclay de Tolly, ma senza Buxhoeveden. Paulucci ebbe l’incarico di portare il nuovo piano operativo a Buxhoeveden, insieme ad un documento autografo dello zar con cui veniva presentato il piano[16]. La reazione di Buxhoeveden fu di rassegnare le dimissioni allo zar, considerando che doveva operare con un piano alla cui elaborazione non aveva partecipato e che aveva come supervisore un ufficiale di grado inferiore al suo (Paulucci), si considerava sfiduciato[17]. Le dimissioni di Buxhoeveden furono accettate solo il 20 dicembre, dopo una serie di alterne vicende che avevano portato all’ultima vittoria militare della storia svedese a Virta Bo, ma al ritiro degli svedesi dal fronte principale a causa della scarsezza di uomini.